Zairo Ferrante, “Lockarmi” e curarmi con te, poesia per scoprire l’umanità “ri-scoprendosi”.
In che modo la (tua) vita diventa linguaggio, qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “Lockarmi” e curarmi con te”?
“Lockarmi e curarmi con te” rappresenta la sintesi tra le due mie passioni; la Medicina (con la Radiologia) e la Poesia. Pertanto, la scintilla che ha portato all’idea e poi alla costruzione di questa raccolta è scoccata quando ho realizzato che in me, le due cose, non viaggiavano su binari paralleli, ma su rette convergenti. Strade diverse per raggiungere la stessa meta: l’uomo. Perché, in fondo, il mio lavoro di medico radiologo e il mio tentar di “fare poesia” si pongono lo stesso obiettivo, ossia quello di osservare e indagare “l’Essere-umano” in tutti i suoi aspetti. “Essere-umano” che diventa collettività quando si tenta di coglierlo nella sua essenza più profonda e universale; i sentimenti e le emozioni. Un “lavoro” faticoso che, tuttavia, riesce a regalare sorprese inaspettate; una di queste risiede nel fatto che scoprendo l’umanità riesci a ri-scoprire e comprendere anche te stesso; perché, anche se non sempre ne siamo consapevoli, anche noi siamo quell’umanità. Nello sforzo di comprendere l’Altro noi, inevitabilmente, diventiamo quell’Altro e, così, riusciamo a comprenderci con maggior lucidità e verità. Ad ogni modo, nessuna nuova scoperta sotto questo cielo; credo semplicemente di aver realizzato meglio quello che altri prima di noi avevano già sostenuto e scritto; basti pensare al “Tu” di Aldo Capitini:
“La mia nascita è quando dico un tu.
Mentre aspetto, l’animo già tende.
Andando verso un tu, ho pensato gli universi.
Non intuisco dintorno similitudini pari a quando penso alle persone. […]”