Castigo è il cruento resoconto in versi di una battaglia, metaforicamente all’arma bianca, con l’idea di Dio, analogia di tutto quanto è altro e proiezione della nostra miseria esistenziale. È rabbia verso il Creatore, declinato nella più brutale accezione veterotestamentaria, e la sua opera funesta. È disperata preghiera, traduzione dell’abominevole bisogno di lanciare il dolore al di là di sé stessi e delle proprie frustrazioni, prostrazioni e prostituzioni di sorta. Soggettivamente, Castigo è la catarsi della tragedia personale che si consuma nel confronto con il silenzio di un Dio immagine del proprio fallimento; oggettivamente, a metà tra l’invettiva disperata e la supplica che lo è sempre altrettanto, è una riflessione poetica sul rapporto dell’uomo con la reificazione dei propri limiti, una teopoiesi negativa che vuole mettere sul tavolo la necessaria assurdità della fede e la sua assurda necessità.
Castigo è un’invocazione, una preghiera che chiede una parola, per quanto dura, del padre – una parola che metta tutti a tacere. Come ogni preghiera è semplice, vuole illudere ed instillare sollievo in chi la dice. Come ogni preghiera sincera è carica di vergogna, imbevuta di speranza, platealmente disattesa.
***
Ho chiamato
un Dio che parla
dando fuoco alle foreste secolari
ammazzando i figli altrui
un Dio geloso, che punisce
nei figli la colpa del padre
il Dio delle spiagge d’agosto
dei bambini annegati.
Mi ha risposto
un fiore di ciliegio
fuggito
per miracolo
al suo piede
al castigo.**
Della vita.
La volpe non biasima
la trappola, né il cacciatore
né sé stessa
ma macina bestemmie
mentre aspetta
ferita
qualcosa
che non sa.
**
Non c’è testamento che tenga
nel giorno grande e terribile
del Signore,
niente profeti
e anche i deserti
sono cemento
scaldato dal sole
non c’è sura taciuta
o preghiera cicatrizzata
o sacrificio, di greggi intere
non c’è pietà infine,
prima del castigo
non c’è pietà,
dopo il castigo
la pietà
del misero, per la miseria sua è il castigo.
**
I suoi versi sono stati pubblicati da riviste letterarie e antologie, tra cui Poetry Factory, Il Visionario, L’Altrove, 210A, Atelier, LaboratoriPoesia, Asterorosso e Inno all’Infinito,
curato da Bruno Mohorovich (Bertoni, 2021). Scrive pezzi di prosa fantastica per il quotidiano Il cucchiaio nell’orecchio e le sue opere di fotografia e pittura sono raccolte sul sito thisminimalshit.com .
È autore delle raccolte di poesie Cipango (2020) e La foresta dei cedri (2022),
editi da Ensemble, e del fantasaggio satirico-filosofico Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022).