Profughi
di
Paolo Carfora
Siamo profughi d’inverno,
Esuli dell’autunno rosso,
Che sulla pira di brune foglie
La vita tutta ha immolato.
Siamo soli d’inverno,
Ammutiti dalla cenere
Piovuta dalla pira. Chi ha
il cuore di chiamarla neve?
Siamo superstiti d’inverno,
Una sorte meritata
Per i fuochi accesi
E i molti fumi spansi.
Siamo per sempre d’inverno,
Ora che l’ultimo ramo abbiamo
Strappato e più non resta
Con che accendere un fuoco.
Andiamo per l’eterno inverno:
la chiamavamo casa,
verde, umida dimora.
Deserto di cenere, tomba in malora.
Petrolio
di
Paolo Carfora
Ma c’è un sangue
capace di lambire
Dell’acciaio le vene
E il creato tutto avvilire
Con ammorbanti pene?
Ma c’è un’acqua di morte,
Che sgorga da cupa fonte,
Giù, nell’abisso remoto
Laddove gli avidi
son chiamati in toto?
C’è:
Quel brodo di scheletri,
Che dell’antico sole
Conserva il vigore.
Una potenza ridestata,
Per dar vita a creatura
Artefatta e inanimata.
Arroganza di chi la vita ha ricevuto
E a materia morta vuol donarla
Per farne sua schiava, e scaduta
Abbandonarla.
Paolo Carfora, classe 1990. Nato nella nebbiosa Torino, cresce a sushi, libri e videogiochi, apprezzando questi ultimi più per la trama che per la componente ludica. La sua passione per la fantascienza nasce nel lontano 1996, quando inizia segretamente a prendere in prestito dalla videoteca del padre cassette di Star Trek, Alien, Blade Runner e altri grandi classici. Gli incubi che quelle pellicole instillano nella sua giovane mente non sono sufficienti a vincere la fascinazione di mondi alieni e distanti. Amante anche del genere Fantasy, durante gli anni del liceo gli viene affidata una rubrica sul giornale scolastico in cui pubblica a puntate brevi racconti del genere. Grande appassionato di fisica, la vita lo conduce però verso altri lidi.
Durante gli anni dell’università, passati tra estrazioni dentarie, otturazioni e devitalizzazioni, ha trovato rifugio nel pensiero di Laplace, Nietzsche, Heidegger e Günther Anders, la cui filosofia in particolare lo ha ispirato all’ideazione di un immaginario futuro distopico.
Laureatosi col massimo dei voti, inizia a lavorare come dentista, ignaro che sarebbe presto entrato a far parte di quella categoria conosciuta ai più come “studenti lavoratori”.
Superato per la seconda volta il test d’ingresso, determinato a espandere il campo delle sue competenze, si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, di cui frequenta attualmente il quarto anno in pari, nonostante gli impegni lavorativi.
Trascorre attualmente le sue giornate nella frenetica alternanza di studio e lavoro, riuscendo tuttavia a ritagliarsi tempo prezioso per la sua grande passione: l’invenzione di storie fantastiche.
Giugno 2021: firma il suo primo contratto per la pubblicazione del suo romanzo dal titolo: “Tecnosfera” con la CE non EAP Lekton Edizioni.
*Versi e biografia ricevuti direttamente dall’Autore è già pubblicato sul pregresso blog del Dinanimismo: link
* Quadro “Greta la Pazza” del pittore fiammingo Bruegel il Vecchio; postato direttamente dalla redazione di questo sito e liberamente tratto dal sito “Climatemonitor” (licenza CC): LINK al Sito